Editoria: al via il credito d’imposta per pubblicità su stampa, Internet incluso. C’è una novità per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che intendono investire in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, anche online. Se vogliono promuovere i propri prodotti e servizi possono avvalersi di un contributo sotto forma di credito di imposta fino al 50% della spesa sostenuta.
A ricordarlo è stato il presidente Fieg (Federazione italiana editori giornali), Andrea Riffeser Monti. L’inizio del periodo utile va dal 1° al 30 settembre: in questo mese, sì all’invio della domanda per l’accesso al credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari sulla stampa effettuati nel corso del 2020.
Qual la differenza rispetto a prima? Per contrastare il crollo della pubblicità derivante dall’emergenza Covid, il credito di imposta viene calcolato sull’intero valore degli investimenti pubblicitari realizzati. E non sull’incremento nei confronti del 2019. Due soggetti possono pertanto presentare domanda all’Agenzia delle Entrate per l’agevolazione: uno, chi non hanno effettuato investimenti pubblicitari nel 2019; due, chi ha iniziato l’attività quest’anno.
Una buona occasione per l’editoria, anche se indubbiamente è sempre necessaria tenere altissima la qualità: oggi, diversamente da una trentina di anni fa, sui social una qualsiasi fake news dei cosiddetti quotidiani paludati non passa inosservata. Internet non perdona. Questa una delle chiavi della crisi dell’editoria moderna: ci sono più voci, pronte a verificare e smentire quanto i giornali storici raccontano. Viceversa, se i giornali proseguiranno nella politica del massimo risparmio, che si traduce in compensi bassi per chi scrive, nessuna legge potrà salvarli: va premiata la qualità, altrimenti la fine non sarà bella. Servono quindi manager di un certo spessore culturale e umano, per risollevare le sorti dell’editoria.