Ossigeno per le aziende piccole e medie che hanno in ballo. Altri quattro mesi di rate sospese: 300 miliardi per 2,7 milioni di contratti (il 44% di Pmi). L’estensione fino al 31 gennaio 2021 della moratoria sui mutui e prestiti attivi viene concessa dal Governo col decreto Agosto: prima era fissata al 30 settembre. Poi nel 2021 se ne parla. Si farà l’esame dei conti per le società che hanno aderito a questa misura temporanea di sostegno all’economia, introdotta a marzo. Finora sono state presentate adesioni per circa 2,7 milioni di linee di credito e un controvalore che sfiora i 300 miliardi di euro
La legge dà tempo. In questi 4 mesi, le aziende in teoria dovrebbero recuperare la necessaria liquidità entro la scadenza della moratoria, prima fissata al 30 settembre, oggi posticipata al 31 gennaio. Al termine del periodo di sospensione, le rate scattano di nuovo. Serve un circolo virtuoso: riforme economiche del Governo Conte, ripresa dell’economia, investimenti sani nel settore automotive (una delle locomotive del Paese). In parallelo, l’azienda piccola e media si rafforza: ci sono gli aumenti di capitale agevolati alle nuove regole per partecipazione Stato nelle Pmi strategiche con meno di 250 dipendenti).
Prestiti: niente lista nera
Ma cosa accade a chi non paga nei 4 mesi? Per legge, nessuna segnalazione alla centrale rischi. Se vuoi altri prestiti, li avrai. Nessuna lista nera, la black list dei cattivi pagatori che impedisce nuovi finanziamenti. Le linee guida escludono la riclassificazione in «esposizioni oggetto di misure di tolleranza» dei finanziamenti che usufruiscono di moratoria in caso di richieste prima del 30 settembre.
Ovviamente, non dev’esserci un secondo lockdown. E se occorre andare alle elezioni o a fare referendum per eliminare i parlamentari (ossia per ridurne il numero), questo va fatto. No alle strumentalizzazioni politiche del Covid: va tutelata l’economia del Paese. Piuttosto, si insista sullo smart working e sulla didattica a distanza: il coronavirus ha anticipato il futuro.