Mediante il decreto legge 4/2017 è entrata in vigore la cosiddetta pensione Quota 100 per un triennio sperimentale: dal 2019 al 2021. Una misura alquanto criticata da alcune schiere politiche, nonostante a diversi lavoratori abbia permesso e permetta l’uscita anticipata. Il corrispettivo riconosciuto, senza penalizzazioni e calcolato come una normale pensione, prevede il rispetto di certe condizioni:
- il compimento dei 62 anni;
- un’anzianità contributiva di 38 anni.
Dunque, affinché la domanda presentata trovi accoglimento occorre maturare entrambi i requisiti. Per quanto riguarda le tempistiche è sancita una finestra mobile di:
- 3 mesi se dipendenti privati;
- 6 mesi se dipendenti pubblici.
Pensione Quota 100: cosa ne sarà dopo la scadenza
Detto ciò resta da capire cosa ne sarà della pensione Quota 100 al momento dello scadenza. Prendendo in esame le ultime notizie, il provvedimento vale unicamente con riferimento al triennio 2019-2021. I soggetti che non avranno perciò maturato i requisiti nel suddetto periodo non potranno accedervi ora come ora. Che sia ad inizio o fine anno 2022 non fa la benché minima differenza, salvo che non venga presa la decisione di emanare una proroga.
Le possibilità affinché ciò avvenga appaiono ridotte al lumicino: l’attuale Governo in carica ha ribadito in più occasioni intenzioni contrarie. Se manterrà fede al proposito la Quota 100 terminerà il 31 dicembre 2021. Ha diritto a beneficiarne chi ha aperto la finestra mobile di tre mesi il prossimo anno e pertanto percepirà il primo rateo entro marzo 2022.
Finestra mobile
Per finestra mobile si intende il lasso di tempo che deve trascorrere dal momento in cui la domanda della pensione viene inoltrata a quella in cui l’ente incaricato effettivamente corrisponde il rateo. Ad esempio, se il lavoratore, maturati i requisiti stabiliti, presenta la richiesta nel mese di novembre 2020, la pensione verrà versata sul suo conto a partire dal febbraio 2021.