Col Covid, pochissimi turisti stranieri in Italia. Con pesantissime ripercussioni per la nostra economia. A tutti i livelli. Basti pensare alla denuncia di Confcommercio: 14 miliardi di euro d’estate. Per cominciare, negli hotel a 5 stelle sono quasi l’80% in meno le presenze. Clienti che in genere provengono infatti da Stati Uniti, Giappone, Russia, Australia, Brasile e Cina. Tutti mercati chiusi da cinque mesi, durante i quali sono andati bruciati 9 milioni di pernottamenti.
Se i turisti non dormono in hotel, non mangiano neppure al ristorante. La contrazione del turismo internazionale si traduce in una perdita di consumi nella ristorazione: 3 miliardi di euro nei soli tre mesi di luglio, agosto e settembre. Un miliardo al mese. Crollo nel segmento luxury: mancano clienti da Stati Uniti e Giappone.
Se non dormono e non mangiano, non comprano niente. Lo shopping made in Italy collegato al turismo degli stranieri che rappresenta la terza voce di spesa dopo alloggio e ristorazione: perdita di 5,7 miliardi. Cinesi, russi e americano comprano in genere il 50%: tutti andati in fumo.
Anche per questo, occorre in ogni modo impedire la seconda ondata di coronavirus in Italia e nel mondo. L’ideale sarebbe un vaccino Covid, ma per ora non si hanno certezze. E gli italiani? L’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg di luglio dà un dato: saranno circa 25 milioni in meno rispetto all’anno scorso e praticamente solo di origine europea. In termini di flussi si tratta praticamente del 75% in meno, con una perdita ancora più alta in termini di spesa. Sentiamo il presidente di Confturismo-Confcommercio Confturismo, Luca Patanè: in epoca normale, il quadrimestre giugno-settembre valeva il 60% delle presenze turistiche. È a rischio un milione di posti di lavoro. Inevitabile: gli imprenditori così non reggono.