Ben 350 milioni dal Governo per i mezzi pubblici, a Regioni ed enti locali a pioggia: Province e Comuni. C’è l’accordo sul trasporto pubblico locale nella Conferenza unificata: l’intesa riguarda una capienza massima dell’80 per cento in vista dell’apertura delle scuole. E tantissimi soldi. A bordo dei mezzi pubblici del trasporto è consentito un coefficiente di riempimento non superiore all’80%, prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti. Obiettivo: impedire l’infezione del Covid-19
A cosa servono i 300 milioni in più? Per servizi aggiuntivi: così da coprire il 20% dei posti mancanti. Poi, ci sono regole per eventuali sub affidamenti di servizi aggiuntivi. Infatti, la crisi causata dal Covid ha determinato la necessità di riorganizzare i servizi di trasporto in maniera coerente con le esigenze di tutela della salute. Sono quattrini pesanti che vanno agli enti locali.
E perché questi soldi? Per lo stanziamento di risorse dedicate alla riorganizzazione dei mezzi pubblici anche con servizi aggiuntivi. Sindaci e presidenti delle Province, hanno ribadito l’esigenza di assicurare risorse per potenziare il servizio di trasporto scolastico, che Anci ha stimato in un onere aggiuntivo di circa 200 milioni. Quindi: 350 milioni. Più altri 200 milioni richiesti. Totale oltre mezzo miliardo di euro. Non male il bottino post coronavirus degli enti locali.
Non finisce qui. Per sindaci e presidenti, dovrebbe essere adottato «al più presto il decreto interministeriale per l’erogazione dei 20 milioni previsti dal decreto legge rilancio come convertito da assegnare ai Comuni. Per compensare le aziende di trasporto scolastico che han perso denaro nel lockdown. Adesso, si dovrà vedere come e dove questi soldi andranno spesi. Lo Stato sborsa fior di quattrini senza effettuare verifiche? In un momento così straordinariamente delicato per l’economia italiana, con le aziende in difficoltà, occorre un monitoraggio costante e minuzioso di ogni singola voce d’uscita, con rendicontazione scrupolosa.