Tu dai un’opera d’arte a me, io do tempo a te. È il baratto di agosto 2020, quasi post Covid, un mercato-baratto ideato a gennaio 2020. Ma con la pandemia arriva a puntino. Una tragedia mondiale ma anche un’opportunità per mettere a frutto le idee partorite da fantasia, creatività, intuizione, voglia di creare e di rinascere. Splendido il mercato-baratto a Venezia: opere d’arte in cambio di oggetti o tempo.
Nome in codice: Whatever it takes. Questo il titolo del prossimo progetto della School for Curatorial Studies Venice. Solo dall’Italia, Paese divino per la fantasia e la creatività degli abitanti, poteva arrivare un’idea simile.Un mercatino del baratto di tre giorni, dal 25 al 27 settembre a Venezia, presso la Galleria A plus A.
Basta con questi soldi che, oggi, sono alla base di circa 200 guerre sparse sul pianeta (specie in Africa). Basta col denaro per il quale ci si scanna dicendo un sacco di bugie a livello politico, specie in Italia. Quattrini banditi per essere sostituiti da oggetti, tempo e competenze. Queste le uniche forme di scambio accettate per ottenere le opere esposte dagli artisti, principali protagonisti dell’happening.
D’altronde, la pandemia lo ha fatto capire anche ai più duri di comprendonio: vivere male con l’angoscia del quattrino porta a malattie nervose e, quindi, fisiche. Meglio puntare sui veri valori della vita, grazie anche a un’economia basata sullo scambio. È un finto arretramento che invece nasconde un avanzamento morale, culturale, economico. In basso, altre idee di mercato-baratto di tanti anni fa.