Due obiettivi: un bilancio più solido, e una piattaforma sostenibile per la crescita e gli investimenti a lungo termine. Ecco come McLaren motiva la vendita del quartier generale di Woking. Il celeberrimo Costruttore britannico di auto sportive vuole uscire dai guai dopo la pandemia. Alle spalle, un gruppo di banche impegnate nella ristrutturazione del debito. Lo riferisce il magazine britannico Autocar.
D’altronde, nel mondo, così fan in tanti. I ricchi, le aziende che hanno immobili e asset, ne escono vivi. Vendono, realizzano, fanno passare la burrasca del Covid. E poi tornano in pista. Ristrutturano il debito. I poveri, che avevano solo liquidi, non ne escono. Al massimo, fanno un debito, che però poi va pagato con gli interessi. Il vasto immobile di McLaren costruito nel 2004 è composto da tre edifici separati in un parco: vale 200 milioni di sterline, pari a 217 milioni di euro. Il sito di Woking comprende il McLaren Technology Center, il più recente McLaren Production Center (utilizzato principalmente per la produzione di auto stradali) e il McLaren Thought Leadership Center.
La vendita del sito di Woking è l’ultimo atto della McLaren per migliorare i suoi flussi di cassa. Questo è senza dubbio un momento difficile per la nostra azienda – ha dichiarato Paul Walsh, presidente esecutivo del gruppo McLaren –. E in particolare per il nostro personale, ma intendiamo emergere come un’azienda efficiente e sostenibile con una chiara rotta per il ritorno alla crescita.
McLaren a maggio ha tagliato 1.200 posti di lavoro, più di un quarto della sua forza lavoro – nelle divisioni Applied, Automotive e Racing. Poi ha negoziato prestiti utilizzando come garanzia la sua collezione di auto d’epoca. Adesso, il mega immobile.