Paura per il rialzo dei contagi. Il primo lockdown, però, ha dato una spallata all’economia italiana. Una seconda chiusura totale sarebbe devastante per la nostra salute economica: sopravvivrebbe solo chi ha stipendi alti e sicuri, come i politici. Allora, il Governo Conte pensa ai lockdown mirati: solo lì dove ci sono i focolai. Si chiude quella zona: nessuno entra né esce. Se le aree sono 10, si delimitano solo quelle, non tutto il Paese.
Le chiusure locali possono diventare inevitabili se la situazione sfugge di mano, dice il coordinatore del Cts (Comitato tecnico-scientifico) Agostino Miozzo. Lockdown localizzati. Limitati a un determinato quartiere. Nella peggiore delle ipotesi, potrebbero esserci zone rosse molto localizzate.
Questo vale anche per le scuole. Il presupposto della distanza, della mascherina e dell’igiene resta. In casi del tutto eccezionali, limitatissimi, indicati dalle autorità scolastiche, in numeri ridotti e per un periodo brevissimo entro il quale vengono trovate soluzioni, si potrà rendere obbligatoria la mascherina (al banco), ma anche l’areazione dei locali frequentati. Una sorta di mini-lockdown all’interno della scuola.
Queste nuove zone rosse per arginare l’emergere di pericolosi focolai di contagio saranno decise dal Governo. I tecnici suggeriscono che si dovrà tenere d’occhio il famoso indicatore R-0 (R con zero). Che misura la velocità dei contagi. Se questo indicatore supererà di nuovo 1 (ogni positivo contagia una persona o più), allora scatterà appunto l’allarme rosso. In questi casi e per quei territori dove l’indicatore R-0 supererà quel valore, l’Esecutivo dovrà provvedere con nuove misure di lockdown.