Col Covid, i divari nel lavoro sono peggiorati. Per il Sud, le donne e i giovani, pessime notizie. Ed ecco perché molti puntano sulle lotterie. Secondo l’Istat, nel secondo trimestre 2020, la variazione di -841mila occupati (-3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019) è il risultato del rallentamento della crescita occupazionale dalla seconda metà del 2019. In più, c’è stato il calo generato dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Di chi la colpa? Di nessuno. Di certo il Governo Conte i miracoli non li poteva fare. Casomai, l’Esecutivo sta sbagliando ora, perché piazza 50 bonus assistenzialistici anziché le riforme.
Ma ecco il punto. aumentano i divari territoriali nella partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione diminuisce della stessa entità nel Nord e nel Mezzogiorno (-2,0 punti in entrambi i casi) e poco meno nel Centro. Il calo del tasso di disoccupazione è maggiore nel Mezzogiorno (-3,2 punti) e nel Centro (-3,0 punti) in confronto al Nord (-0,8 punti). Si associa all’aumento più intenso del tasso di inattività nelle regioni meridionali e centrali (+4 circa) rispetto al Nord (+2,7 punti).
Tornano ad aumentare le differenze di genere: tra le donne è maggiore il calo del tasso di occupazione (-2,2 punti in confronto a -1,6 punti gli uomini) e di quello di disoccupazione (-2,3 e – 1,9 punti, rispettivamente) in concomitanza al maggiore aumento del tasso di inattività (+3,9 e +3,2 punti).
Aumentano i divari generazionali a sfavore dei più giovani: per i 15-34enni è maggiore la diminuzione del tasso di occupazione (-3,2 punti) e di quello di disoccupazione (-3,0 punti), a cui si associa l’aumento più elevato del tasso di inattività (+5,6 punti); per i 35-49enni il tasso di occupazione cala di 1,6 punti, quello di disoccupazione di 1,8 punti e quello di inattività mostra un incremento di 3,3 punti.