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Lavoro: 27 miliardi europei all’Italia

Ci siamo. Arriva il sostegno europeo per l’uscita dalla recessione economica del coronavirus: lo strumento (Sure) costituisce la risposta alla crisi del lavoro. Perché i decreti italiani da soli non bastano. La Commissione europea ha presentato proposte al Consiglio Ue per l’attivazione di un supporto finanziario complessivo di 81,4 miliardi di euro per 15 Paesi, tra cui l’Italia, per preservare l’occupazione (il meccanismo chiamato Sure). Prestiti con interessi agevolati. Per l’Italia sono previsti 27,4 miliardi di euro, la quota più alta.

A breve è prevista la presentazione di una proposta della Commissione relativa alla concessione di un sostegno al Portogallo e all’Ungheria. Gli Stati membri che non hanno già presentato richieste formali possono ancora farlo. Sure è considerato un elemento fondamentale della strategia globale dell’Ue volta a tutelare i cittadini. E ad attenuare le gravi ripercussioni socioeconomiche della pandemia di coronavirus. 

Per la politica italiana, questo è un esempio positivo di solidarietà fra gli stati a favore dei lavoratori europei. Il risparmio per le casse dello Stato nell’arco dei 15 anni di maturità può essere stimato in oltre 5 miliardi e mezzo di euro. Per i critici, invece, si tratta di altri debiti che vanno a sommarsi alla marea di debiti a carico dell’Italia.

I soldi verranno usati per la Cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti. Più le indennità per i lavoratori autonomi di vario tipo, i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e quelli intermittenti. Più il fondo perduto per autonomi e imprese individuali, oltre a una cinquantina di bonus. Servirà massima e totale trasparenza, in Italia, per capire come quando a chi e perché arriveranno quei quattrini.