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Grandi Paesi più attraenti al mondo: Italia ultima

Qual è la nazione che di più nel mondo attrae capitali e investimenti? La Germania. Apertura, innovazione, efficienza, dotazione, sostenibilità: in base a questi parametri l’Italia è ferma al 18esimo posto nella classifica internazionale dell’attrattività. L’Italia resta al diciottesimo posto, ma ha una riduzione del punteggio in negativo (60,36 da 61,15 del GAI 2019). Medaglia d’argento agli Usa, bronzo a Singapore, seguito dal Giappone e poi dal Regno Unito. Tra i grandi Paesi noi siamo ultimi. 

Questo il risultato dell’analisi del Global Attractiveness Index, che confronta 144 paesi, prendendo in considerazione una serie di parametri (apertura, innovazione, efficienza, dotazione, sostenibilità). È quanto emerge dalla quinta edizione del progetto di ricerca GAI 2020, realizzato da The European House Ambrosetti.

Italia, non solo brutte notizie

Una triste maglia nera per l’Italia. Che non ci leveremo mai con i 50 bonus del Governo Conte: servono interventi strutturali profondi e incisivi. Per recuperare sarebbero utili riforme fiscali, semplificazioni e maggiore equità. Le criticità maggiori restano nel segmento efficienza. Nel 2020, dopo la sostanziale stagnazione dell’occupazione nei primi due mesi dell’anno (-0,1% a gennaio e +0,1% a febbraio), il sopraggiungere dell’epidemia ha investito il mercato del lavoro, causando una riduzione di 143mila occupati (-0,6%) a marzo, raddoppiatasi poi nel successivo mese di aprile (-342 mila, -1,5%).

Una buona notizia? L’attività economica mondiale ha segnato, tra aprile e giugno, una forte flessione dovuta ai provvedimenti per il contenimento della pandemia intervenuti, con tempistiche e intensità differenti, nei vari Paesi. Gli indicatori a frequenza mensile, tuttavia hanno mostrato, con poche eccezioni, un progressivo miglioramento dopo il crollo di marzo e aprile. L’Italia mostra ampi margini di miglioramento per sostenibilità, tutela dei cittadini in difficoltà ed educazione. Ad agosto l’Economic sentiment indicator (ESI), elaborato dalla Commissione europea, ha continuato a risalire (87,7 da 82,3 di luglio) con miglioramenti nell’industria, nel commercio al dettaglio e nei servizi e un peggioramento nelle costruzioni. Serve una riforma fiscale, che punti ad una maggiore equità e semplificazione, il rilancio del Mezzogiorno, puntando su infrastrutture materiali e immateriali. No assistenzialismo per raccogliere voti dopo il Covid.