Ci vuole fegato per mettersi contro due colossi come Apple e Google. Ma Fortnite l’ha fatto. I primi due sono marchi noti a chiunque nel mondo, mentre Fortnite è un videogioco diffusissimo fra i ragazzi, di proprietà dell’americana Epic Games, società partecipata da Sony e dai cinesi di Tencent.
Apple e Google sono imbestialisti contro Fortnite. Cos’avranno mai fatto quelli della banda di Epic Games? Si sono rotti le scatole sul fronte commissioni. Hanno proposto l’acquisto in-app della valuta virtuale V-Bucks a un prezzo scontato del 20%. Il pagamento proposto era diretto sui canali di Epic, così da scavalcare Apple e Google e le loro commissioni pari al 30% del valore d’acquisto. Morale: chi compra non versa un becco d’un quattrino a Apple e Google.
Un precedente clamoroso, che può aprire la strada ad altri: usi gli store, non paghi le commissioni. Google ha reagito bannando Fortnite. L’ecosistema Android consente agli sviluppatori di distribuire app tramite più app store. Per gli sviluppatori di giochi che scelgono di utilizzare il Play Store, ci sono politiche che proteggono lo store. Idem Apple. I miliardi di ragazzini con Fortnite nello smartphone sono rimasti spiazzati.
Però Epic ha chiesto a un giudice federale di ordinare ad Apple di interrompere la sua condotta anticoncorrenziale. E di annullare le regole che richiedono agli sviluppatori di app di pagare il 30% delle transazioni sugli acquisti in-app. Apple sarebbe gigante che cerca di controllare i mercati, bloccare la concorrenza e soffocare l’innovazione. Dopo aver attaccato Apple, Fortnite ha messo anche con un remake in chiave satirica del famoso spot 1984 della Mela. Basato sul racconto di Orwell. In sostanza, per gli Epic boys, ieri Apple criticava i monopolisti; oggi i monopolisti sarebbe proprio la Mela morsicata. Guardate in basso il video di Fornite contro Apple.