Il Covid ha dato la mazzata fatale all’Europa. Che è in recessione: notizia ufficiale. Infatti, nel secondo trimestre, il Prodotto interno lordo dell’area euro registra un calo del 12,1% , rispetto a quello precedente. Lo dice l’Eurostat, che evidenzia anche un crollo dell’11,7% del prodotto interno lordo dell’Unione Europea. Si tratta dei cali più ampi dal 1995, quando ha inizio la serie storica. Siccome nel primo trimestre c’era già stata una contrazione dell’economia del 3,6% nell’area euro e del 3,2% nell’Ue, il Vecchio Continente se la passa male. Col terrore economico di un eventuale secondo lockdown.
Risultato: in Europa il numero di occupati nell’area euro è sceso nel secondo trimestre del 2,8%. Sul fronte delle esportazioni, invece, a giugno 2020 le misure di contenimento del Covid-19 hanno avuto un impatto significativo sul commercio internazionale. La prima stima di Eurostat per l’export dell’area euro a giugno parla di un calo del 10% sullo stesso mese del 2019 a quota 170 miliardi. In calo del 12,2% le importazioni, pari a 149,1 miliardi. Si vedono numeri così brutti, che bisogna risalire al secondo dopoguerra per osservare statistiche altrettanto drammatiche.
E in Italia? A fine giugno il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.530,6 miliardi, con un incremento di 20,5 miliardi rispetto al mese precedente che riflette sostanzialmente il fabbisogno del mese (20,6 miliardi). Con la sospensione di alcuni versamenti fiscali disposta dai decreti Covid e del peggioramento del quadro macroeconomico legata alla pandemia, rallentano le entrate tributarie. A giugno quelle contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 26,2 miliardi: giù del 19,9%.
Da noi, nel secondo trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 12,4% rispetto al trimestre precedente. Il valore del Pil nel secondo trimestre del 2020 risulta essersi ridotto di oltre 50 miliardi nel confronto con il precedente trimestre.