Epic Games, con Fortnite, ha aperto la via: non vuol pagare commissioni ad Apple. C’è la battaglia contro i giganti tech, che ha risvolti interessanti per gli editori Usa. Epic Games accusa il produttore di iPhone di esercitare un monopolio, come Apple accusava anni fa altri monopolisti. Situazione paradossale.
Alla lista di sviluppatori e compagnie che criticano Apple per i prezzi e le percentuali applicate nell’app store s’è unito il Digital Content Next (DCN): ente commerciale che rappresenta The New York Times, The Washington Post e The Wall Street Journal. Ha scritto all’ad Tim Cook: chiede di aprire una trattativa sulle transazioni fatte.
Oggi, gli editori Usa versano ad Apple il 30% delle transazioni nell’App Store, percentuale che si abbassa al 15% per i rinnovi negli anni successivi. Gli editori di rado fanno pagare direttamente le app dai loro siti: offrono abbonamenti per l’accesso ai loro contenuti. E la parte trattenuta da Apple obbliga molti a proporre attraverso il servizio abbonamenti a prezzi maggiorati. Problema che può riguardare l’editoria nel mondo: meno soldi dalla pubblicità, servono quattrini per l’app.
Obiettivo: copiare il rapporto fra Apple e Amazon Prime Video, che paga alla Mela morsicata il 15% di commissioni. Vorremmo sapere quali condizioni i nostri membri dovrebbero soddisfare per qualificarsi per l’accordo che Amazon sta ricevendo, dice legge nella lettera firmata da Jason Kint, amministratore delegato di Dcn, e pubblicata sul Wall Street Journal. La percentuale trattenuta influisce notevolmente sulla capacità di continuare a investire in notizie e intrattenimento affidabili e di alta qualità, in particolare in concorrenza con altre aziende più grandi.