Italiani dal cuore d’oro. Dal 2015 al 2018 i lasciti testamentari a favore delle ONG sono cresciuti di oltre il 30%. È quanto riporta l’indagine pubblicata nel corso di un webinar da Fondazione Italia Sociale, che fa chiarezza su un fenomeno ancora poco conosciuto nei nostri confini. In totale, nel 2018 le organizzazioni non governative hanno raccolte così 137 milioni di euro, mentre nel 2015 erano 104.
Lasciti testamentari: il 12% della raccolta fondi
I lasciati costituiscono il 12 per cento del totale della raccolta fondi, sebbene lo studio specifichi come il dato sia sottostimato poiché sono stati analizzati 150 enti, dei quali 75 hanno ricevuto contributi. Considerandoli tutte e 350 mila, scrivono gli analisti FIS, si possono stimare circa 800 milioni di euro destinati al terzo settore.
Da sottolineare come, sotto la categoria “lasciti”, non si intenda esclusivamente il denaro nei conti corrente ma anche immobili, opere d’arte, azioni, titoli e gioielli. Nel 2018 più della metà della donazioni (il 56%) è comunque avvenuta in denaro, mentre per il 33% si è trattato di immobili e il rimanente 11% in azioni e titoli.
La prevalenza di liquidità – aggiunge il report – costituisce un aspetto positivo per le organizzazioni no profit: una volta percepito, il contante si traduce in una risorsa pronta immediatamente all’uso; mentre altri lasciti testamentari implicano un iter assai più lungo e una gestione più complessa.
La suddivisione per aree
Le realtà specializzate in ricerca scientifica e medica hanno raccolto, a livello di categoria, più di tutti con 48 milioni di euro, che corrispondono al 18% del totale. Quelle di assistenza sociale hanno ottenuto la metà delle risorse (24 milioni), ma che “pesano” maggiormente perché incidono per il 22% sull’ammontare complessivo. Sedici milioni sono entrati nelle casse degli enti addetti alla sanità (14%), mentre la solidarietà e la cooperazione internazionale ne ha ricevuti 39 (8%).