In un report, l’Ania (Associazione assicurazioni) spiega che nel 2019 l’economia mondiale è cresciuta del 2,9%. Rallentando ulteriormente, e in modo consistente, rispetto al 2018 (+3,6%). Il dato è prevalentemente il portato del clima di incertezza sul piano geopolitico che si sta trascinando da quasi due anni. Il rallentamento ha interessato in modo particolare le economie avanzate, la cui crescita si è mantenuta al di sotto della media mondiale. L’economia degli Stati Uniti ha continuato a espandersi a ritmi superiori alla media dell’aggregato di questi paesi (+2,3%, +2,9%), grazie al supporto della domanda interna, sospinta dalle eccellenti condizioni del mercato del lavoro e dalla sostenuta attività di investimento.
Nel 2019 l’economia italiana è ulteriormente rallentata. Da noi, infatti, ci siamo avvicinati a un tasso di espansione nullo (+0,3%, +0,7% nel 2018). La contrazione registrata nell’ultimo trimestre dell’anno ha vanificato i contributi positivi segnati nei tre trimestri precedenti.
Anche in Italia nel primo trimestre 2020 si vedono già i primi, pesanti, effetti delle misure di contenimento dell’epidemia. Il Pil italiano ha registrato una profonda contrazione rispetto al trimestre precedente (-5,3%), in ragione delle ampie flessioni in tutte le componenti della domanda interna ed estera. Economia in sofferenza quindi.
Secondo le stime ufficiali dell’Istat, diffuse all’inizio di giugno, nel 2020 il Pil italiano dovrebbe contrarsi dell’8,3%. OPer poi riprendersi parzialmente l’anno successivo (+4,6%). Nelle settimane successive il quadro di previsione si è evoluto, deteriorandosi progressivamente via via che si faceva più chiara la gravità dell’impatto del lockdown globale. Ha picchiato duro sul quadro macroeconomico interno. Adesso, molto passa per il fondo messo a disposizione dall’Ue: l’Italia ne avrà diritto se dimostrerà di essere proiettata nel futuro, con riforme e programmi intelligenti come gli incentivi auto da 500 milioni (come primo passo) del decreto Agosto.