Siamo nell’era dei controlli fiscali serrati, del Grande Fratello Fiscale. Nulla sfugge al Fisco italiano, tra banche dati, redditometro, spesometro e così via. Anche sulle donazioni in contanti possono scattare gli accertamenti fiscali, anche se la donazione è per i figli.
Accertamenti fiscali sulle donazioni
Ci sono rischi anche pesanti se si donano soldi ai propri figli? Una domanda strana questa, ma comune a molti genitori e assolutamente attuale visto il periodo che viviamo e ciò che dicevamo in precedenza sui controlli del Fisco italiano.
Gli accertamenti fiscali possono scattare sempre, soprattutto se questo genere di donazione tra familiari scatta per contranti.
Uno scambio di soldi in contanti per l’Agenzia delle Entrate è sempre sospetto. E nulla cambia se tale donazione è fatta tra familiari e parenti.
Una donazione ad un parente o ad un figlio devono essere innanzi tutto eque e seguire le norme di legge. Non si può entrare nella sperequazione, perché l’eredità a coniuge e figli, che sono gli eredi legittimi, devono essere entro le quote minime di patrimonio.
Naturalmente questo fa parte del diritto di successione e del caso in cui ci sia un defunto. In altri termini, una donazione ad un figlio non può essere tale da impoverire a tal punto il patrimonio del defunto, da intaccare il diritto alla quota minima di eredità spettante agli altri eredi.
Un caso assai diffuso che spesso è stato trattato da Tribunali e giudici con gli eredi che si trovano come “parte lesa” da questa donazione spropositata e che hanno 10 anni per impugnarla.
dovesse andare a impoverire il patrimonio del genitore, tanto da sottrarre agli eredi legittimari la quota di legittima che spetta loro per legge, questi ultimi avrebbero 10 anni dal decesso del donante per contestare la donazione.
Il tipico esempio è quello di due figli con il padre che ad uno dona la casa ed all’altro pochi soldi presenti sul conto. Il secondo ha tutto il diritto di impugnare la donazione e chiedere la sua parte di quota minima ereditaria.
Donazioni in contanti e problematiche fiscali
Quando si effettuano donazioni, anche ai figli e soprattutto in contanti, esistono problematiche fiscali non indifferenti. Le donazione in contanti non è tracciabile e per questo motivo anche chi la riceve difficilmente può dimostrare la provenienza dei soldi.
Sull’argomento va seguita la linea della legge anti riciclaggio. Nel 2021 è fatto divieto di utilizzare contanti per importi superiori a 2.000 euro e tale limite scenderà a 1.000 euro nel 2022. Solo per donazioni in cui si utilizzano strumenti tracciabili, cioè giroconti, bonifici, ricariche carte di debito, assegni e conti on line come il Paypal, non ci sono limiti.
Sanzioni per superato limite uso contante
Superare il limite all’uso del contante è rischioso perché espone a sanzioni. Oggi le sanzioni previste sono un autentico salasso, perché vanno da un minimo di 2.000 euro fino a 50.000 euro. La sanzione minima con il cambiamento del 2022 sul limite all’uso del contante scenderà a 1.000 euro.
Per quanto detto fin qui e in base alla normativa vigente, occorre evitare rischi. Il primo passo è utilizzare sempre donazioni con strumenti che lasciano prova di trasferimento.
Oltretutto, questa prassi serve pure a chi riceve la donazione, perché con la prova della provenienza dei soldi, cioè con la prova della donazione, in caso di accertamento fiscale proveniente da una compravendita di beni di lusso e sproporzionati rispetto al reddito dell’acquirente, si può dimostrare la provenienza del danaro.
Un contribuente ha comprato una villa al mare ma di valore sproporzionato rispetto al suo reddito? Il fisco può chiedergli come ha fatto e in questo caso, visto che il reddito non lo consente, deve dimostrare che i soldi sono quelli ricevuto dal padre in eredità, tramite donazione. E per dimostrare ciò occorre tracciabilità.