Daimler (Mercedes) pagherà 2,2 miliardi di dollari per lasciarsi alle spalle il dieselgate. Parliamo della frode scoperta sui diesel Volkswagen nel settembre 2015. Truffa che poi s’è scoperto mettevano in piedi tante Case automobilistiche. In sostanza, durante il test di omologazione, l’auto inquinava poco; nella realtà, inquinava tanto. Durante la prova di laboratorio, entrava in funzione un software illegale che consentiva alla macchina di apparire in regola.
Adesso, un altro colosso tedesco, Daimler (Mercedes) ha definito un accordo di compensazione con le autorità statunitensi. Più un altro per chiudere anche le denunce collettive, che riguarda 250.000 proprietari di veicoli negli Usa. I quali han comprato diesel pensando che inquinassero poco. Un inganno.
Sono due pacchetti. Uno di 1,5 miliardi di dollari destinati alle autorità Usa. Puù uno di 700 milioni di dollari per la definizione di denunce collettive e costi di giustizia e avvocati. Sul fronte dei risarcimenti alle autorità, l’accordo coinvolge diverse amministrazioni Usa e la California. Agguerrita contro le Case che han frodato. La verde California che ha fatto da traino per gli altri Stati degli Usa. Soldi che comunque erano stati in passato accantonati dal gigante teutonico proprio per far fronte al dieselgate.
Adesso, per Daimler, la sfida elettrica. Dire gradualmente addio alle motorizzazioni tradizionali per reggere il passo della straordinaria Tesla: la Casa californiana di Elon Musk è un esempio per tutti, con le sue supercar elettriche ultra performanti. Il dieselgate è stata la prima tappa della rivoluzione: ha spinto i Costruttori a evolversi e a modernizzarsi. La seconda spallata è arrivata da Tesla: molti cosiddetti esperti di economia e di automotive la davano per morta. E invece è diventata l’icona della macchina elettrica nel mondo.