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Coppie di fatto: Come tutelare il convivente?

L’amore vince su tutto, ce lo hanno sempre detto, ma questa affermazione si concretizza davvero nella realtà o c’è qualcosa che sfugge?

In effetti, almeno in Italia, ci sono situazioni che sfuggono a questa regola e riguardano le coppie di fatto. Si sa, infatti, che nel nostro Paese questa forma di unione non è prevista dalla legge e, di conseguenza, non viene tutelata sotto nessun punto di vista.

Fermo restando che ognuno può fare della propria vita privata ciò che desidera, e certo non si finisce in carcere se si sceglie di convivere, piuttosto che unirsi legalmente, resta il fatto che nessuno dei due conviventi può vantare diritti sull’altro. Questo è tanto più vero nella circostanza spiacevole in cui uno dei due venisse a mancare, lasciando completamente scoperta l’altra parte.

L’eredità, infatti, rientra tra quei diritti che non riguardano le coppie di fatto ma solo i familiari riconosciuti dal punto di vista legale, quindi genitori, fratelli, sorelle, figli, coniuge e via discorrendo.

Nonostante il numero delle coppie di fatto, in Italia, ormai superi il milione, la legge non tutela ancora questa unione con le regole di successione previste per le coppie tradizionali.

In un quadro così poco favorevole per una rappresentanza così estesa, come ci si può tutelare, senza esporre il proprio compagno o compagna al rischio di perdere tutto? Esistono delle alternative alla classica successione di diritto che, seppur non garantiscano la fruizione del 100% dei beni, possono comunque tutelare in parte quelli del convivente.

Scopriamoli insieme.

Polizza vita

Probabilmente è la soluzione più pratica che garantisce il beneficio del capitale completo al destinatario del trust. Di cosa si tratta?

Quando si stipula una polizza vita tutto il capitale che viene versato nel tempo può essere destinato a un beneficiario prescelto, svincolando la somma dal diritto di successione e di prelazione da parte degli eredi di diritto.

Stipulando la migliore assicurazione vita si potrà gestire il capitale versato nel modo che si ritiene, tutelandosi reciprocamente e, magari, destinando anche il TFR o parte dei propri guadagni a titolo di previdenza complementare, che andrà a beneficio dell’altra parte, in caso di decesso.

Testamento

Oltre alla soluzione rappresentata dalla polizza vita c’è il testamento, una valida alternativa per destinare parte del proprio patrimonio al convivente.

Si tratta di un atto pubblico, redatto cioè in presenza di un notaio, che può riguardare, però, solo parte del proprio patrimonio. La restante parte, infatti, andrà suddivisa tra i familiari di diritto.

Diversamente dalla polizza vita, quindi, nel testamento c’è una soglia massima sul proprio capitale che non si può superare, senza che possa essere contestato dai legittimi eredi, ascendenti o discendenti che siano.

Contratto di convivenza e testamento con vincolo

Si tratta di forme particolari di tutela che non riguardano il denaro o altri beni in particolare, ma l’uso della casa di proprietà in cui la coppia convive.

La legge, infatti, prevede la possibilità per i conviventi di stipulare un vero e proprio contratto in cui si regola l’usufrutto, la proprietà e il comodato d’uso della propria abitazione, a favore del convivente.

Va specificato, però, che questa non passa in eredità automaticamente a quest’ultimo, ma va tenuto conto anche della presenza di eredi legittimi che possono avanzare i loro diritti.

A risolvere meglio il nodo di questa faccenda ci pensa il testamento con vincolo. Si tratta di una forma di eredità regolata da testamento che, di fatto, lascia in eredità la casa al figlio ma permettendo al convivente di mantenerne l’usufrutto. In quest’ultimo caso sembrerebbe che nessuna delle due parti venga scontentata.