Basta ritardi da Quarto Mondo. Banda larga: l’Ue la vuole per marzo 2021. Per banda larga si intendono tutte le connessioni più veloci di quelle realizzate con trasmissioni analogiche in dial-up. Gli Stati membri devono promuovere gli investimenti in infrastrutture di connettività a banda larga ad altissima capacità. Lo riporta Prima. Il tutto, compreso il 5G. Fondamentale per la trasformazione digitale, la ripresa e la competitività. Sviluppando entro il 30 marzo 2021 un approccio comune per il lancio delle reti. Questa la raccomandazione pubblicata oggi dalla Commissione Ue sulla connettività. Una raccomandazione. Non un ordine perentorio cui gli Stati debbano ubbidire.
È essenziale che gli Stati membri evitino o riducano al minimo i ritardi nella concessione dell’accesso allo spettro radio per garantire la diffusione tempestiva del 5G. Che devono essere come? Sicure e resilienti, scrive la Commissione Ue, invitando gli Stati membri a unirsi per il lancio tempestivo di reti fisse e mobili ad altissima capacità.
I Governi dovrebbero ridurre i costi di implementazione del 5G. E rimuovere gli ostacoli amministrativi non necessari. Con misure armonizzate volte a garantire che i fornitori e gli operatori di rete possano condividere l’infrastruttura. Gli Stati dovrebbero rimuovere gli ostacoli amministrativi non necessari per la diffusione delle reti. E fornire un accesso tempestivo allo spettro radio 5G.
Anche perché la banda larga è necessaria sia per il lavoro sia per la scuola. Come dimostrato nel lockdown. È uno strumento di supporto al percorso scolastico, allo studio. Un servizio che permette ai ragazzi di informarsi e di accrescere le proprie conoscenze.