Dal crollo del Ponte di Genova a Caporetto. Attenzione a quanto accade nella questione Autostrade Benetton. Tutto nasce due anni fa col crollo del vecchio Ponte di Genova, il Ponte Morandi. Il Governo Conte parla di revoca della concessione ad Aspi (Autostrade per l’Italia). Si arriva poi a un accordo nei giorni scorsi.
Pareva che l’accordo portasse entro un anno al disimpegno dei Benetton da Aspi. Con pedaggi più bassi, manutenzione adeguata. Ma ora Franco Bechi sul Tempo lancia l’allarme: pedaggi più alti da gennaio 2020.
I maggiori incassi finiranno in pancia ad Autostrade per l’Italia, dice Bechis. Aspi che a inizio dell’anno prossimo sarà ancora controllata a stragrande maggioranza dai Benetton attraverso la società Atlantia. In più, la Cassa depositi e prestiti (Cdp) guidata da Fabrizio Palermo dovrebbe diventare in più mosse il nuovo azionista di riferimento di Aspi. Ma la Cassa deve fare investimenti profittevoli, e per ora non ha messo un euro. Tutto questo fa gioco ai Benetton, che restano in sella come e più di prima. Altro che revoca, altro che sconfitta.
Resta l’incognita: chi pagherà per il disastro del ponte Morandi? Sotto il profilo giudiziario sicuramente i manager del gruppo Benetton: la responsabilità penale resta in capo a loro. Sotto il profilo delle cause civili, la legge stessa prevede la manleva obbligatoria rilasciata dalla vecchia alla nuova proprietà, in carico alla famiglia Benetton. Poi c’è la penale politica prevista per la caduta del Ponte: 3,4 miliardi di euro di oneri compensativi e risarcitori che il Governo ha previsto nella sua delibera. Chi paga? Per Bechis, se Aspi passa dal controllo di Atlantia a quello di Cdp, quei 3,4 miliardi di risarcimento per la caduta del ponte Morandi allo Stato che avrebbero dovuto pagare i Benetton peserà invece su Cdp. Paga lo Stato. Da autostrade Benetton a Caporetto Conte la strada è corta.