Agosto 2018: cade il vecchio Ponte di Genova e il Governo parla di revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia (Benetton). Agosto 2020, si arriva all’accordo per il disimpegno dei Benetton, senza revoca. Lunedì 3 agosto ecco il nuovo Ponte di Genova (con l’arcobaleno), ma i Benetton sono ancora lì. Una vittoria per la famiglia veneta, una doppia sconfitta per il Governo: né revoca né primo atto formale del disimpegno della famiglia Benetton dal dossier Autostrade. Altro che arcobaleno Ponte Genova.
E la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, intervistata ad Agorà, ha detto che mercoledì non ci sarà la firma del memorandum per definire il processo di cessione delle quote di Aspi da parte di Atlantia. Altra vittoria dei Benetton. Avevamo capito male. Il 31 luglio il sito del ministero aveva spiegato: ci sono alcuni elementi del Piano economico finanziario, presentato il 23 luglio, non corrispondenti alle condizioni definite. Questi rilievi l’Esecutivo li farà ad Aspi entro lunedì 3 agosto. Con lettera della competente direzione del Mit. Mercoledì prossimo è previsto un nuovo incontro per siglare l’accordo negoziale; poi, il parere dell’Avvocatura dello Stato.
Stando alla ministra, l’obiettivo è recuperare tante e tante risorse per mettere a punto la rete autostradale. Queste risorse le metterà il concessionario Autostrade per l’Italia, dice.
La ministra sostiene che ci sono misure speciali: consentono allo Stato di controllare e impedire che non ci siano arricchimenti non giustificati.
Il problema è capire quanti soldi tirerà fuori lo Stato, quali pedaggi arriveranno, come sarà la manutenzione. Al momento, non si sa assolutamente nulla: è certo che l’autostrada del Ponte venga tuttora gestita da Aspi. Inoltre, non c’è stata nessuna revoca. Di fronte alle parole (tante), c’è stata la paura: 25 miliardi di penale da pagare ad Aspi. Insomma, da arcobaleno Ponte Genova qui c’è il rischio di passare ai nuvoloni neri.