Il Governo vuole alzare le accise diesel. A livello della benzina. Confartigianato Trasporti elenca i motivi per non aumentare l’accisa sul gasolio, già la più elevata dell’Ue. La prospettiva di una rimodulazione delle accise sui carburanti potrebbe compromettere la competitività delle 90mila imprese dell’autotrasporto italiano. Che danno lavoro a 338 mila addetti.
Il contesto in cui operano le imprese italiane è caratterizzato da una più elevata pressione fiscale che nel 2020 è del 42,9%. Di 1,4 punti superiore al 41,5% della media dell’Eurozona. Nel pieno della recessione causata dal Covid-19, che nei primi sei mesi del 2020 ha registrato una perdita di mezzo miliardo di Pil al giorno, un aumento delle accise diesel determinerebbe un pericoloso effetto.
Ad agosto 2020 le accise sul gasolio per autotrazione sono del 21,2% superiore alla media dei competitor dell’Eurozona e del 28% al di sopra della media Ue a 27. L’Italia è il paese dell’Unione a 27 con il maggior prelievo di accise sul gasolio. In Italia la tassazione per unità di CO2 emessa nel settore dei trasporti è di 240 euro per tonnellata CO2. Il 54,3% in più della media dei 18 paesi competitor nel trasporto merci internazionale su strada.
Sono pesanti gli effetti della crisi Covid-19 sull’autotrasporto, dato il peggior andamento dei driver della domanda di trasporto merci, manifattura e commercio estero. Nei primi sei mesi del 2020, a fronte di un calo tendenziale del Pil dell’11,7%, il valore aggiunto del settore manifatturiero cede del 18,8% mentre crollano del 20,4% le esportazioni. Un aumento dei costi comprime i margini destinati agli investimenti finalizzati all’ammodernamento delle flotte, per l’acquisto di automezzi più sicuri e con un minore impatto ambientale: nell’ultimo anno rilevato nelle statistiche strutturali dell’Istat, gli investimenti delle micro e piccole imprese dell’autotrasporto sono ammontati a 1,6 miliardi di euro.